Si conclude oggi la prima fase dei Centri Estivi “L’Audace Compagnia”, un’avventura di due mesi che ha coinvolto circa 400 bambini e ragazzi insieme a 25 educatori della nostra cooperativa.

“Il nostro centro estivo si chiama L’Audace Compagnia proprio perché vogliamo proporre una compagnia per l’estate all’insegna della scoperta e dell’avventura”, spiega Paolo Amadori, educatore: “il racconto-guida di quest’anno è stato Lo hobbit di J.R.R. Tolkien: “lo abbiamo raccontato ogni mattina declinandolo in modalità e attività diverse in base all’età dei bambini”.



“Il comune denominatore di ogni attività, dai giochi ai laboratori, è stato il coinvolgimento dei bambini e dei ragazzi nella storia: sono diventati protagonisti, insieme agli educatori, dell’avventura dell’hobbit Bilbo Baggins” spiega Gianni Matteucci, educatore.



“Bilbo è come tutti noi, non ha delle caratteristiche particolari, non è un supereroe, anzi: non vorrebbe entrare in nessuna avventura, ma è chiamato dallo stregone Gandalf a compierne una. Un po’ come accade ai bambini dei centri estivi, che sono chiamati da noi educatori a vivere l’avventura ai centri estivi” commenta Amadori.

Durante l’estate è stato sempre attivo il laboratorio “La bottega dello Hobbit”, dove sono stati costruiti i personaggi della storia, scenografie e oggetti utilizzando tanti materiali.



Per tenere traccia di tutte le attività è stato compilato un Diario di Viaggio, che raccoglie sia le avventure di Bilbo che quelle dei ragazzi, dando loro la possibilità di raccontare e di raccontarsi.

Anche quest’anno la maestra di canto Benedetta Ciotti ha composto la canzone del centro estivo “La ballata dello Hobbit” che i bambini hanno imparato nel laboratorio di musica.

Hanno collaborato ai centri estivi alcuni ragazzi delle superiori, che hanno aderito in veste di volontari. “Molti di loro da bambini hanno frequentato i centri educativi e questo è stato un modo di coinvolgersi in qualcosa di interessante, ma anche di rimanere in una compagnia educativa con noi adulti per dare continuità a un’esperienza iniziata tanti anni fa” commenta Gianni Matteucci.

“A livello personale posso dire che questo è sì un lavoro, ma è anche la possibilità di incontrare e condividere un’esperienza e un cammino con i bambini e gli altri educatori” conclude Paolo Amadori.


