Prima la conferenza stampa, poi l’evento finale per presentare i risultati di 4 anni di intenso e proficuo lavoro. Il progetto InRete, nato nel 2020 in piena pandemia per aiutare i minori in difficoltà, si avvia alla sua conclusione. Un progetto virtuoso e ambizioso al tempo stesso, quello promosso e coordinato dal Consorzio Solidarietà Sociale Forlì-Cesena, che abbiamo avuto l’onore di realizzare in collaborazione con altre cooperative sociali del comprensorio forlivese (L’Accoglienza, Dialogos, Paolo Babini, Salvagente) e al prezioso contributo della Fondazione Buon Pastore, del Comune di Forlì e delle scuole del territorio. Per questo motivo, abbiamo deciso di raccontarlo ai cittadini attraverso un incontro che si terrà martedì 24 settembre, alle ore 17.30, nella Sala del Refettorio dei Musei San Domenico a Forlì.
Intitolato “4 anni di lnRete”, l’evento darà modo a tutti i partner coinvolti di spiegare nei dettagli questo progetto quadriennale finanziato dall’impresa sociale “Con i bambini”, ente attuatore del fondo nazionale per il contrasto alla povertà educativa minorile. Durante l’incontro, realizzato nell’ambito del Festival del Buon Vivere, sarà infatti descritto l’intenso lavoro che è stato fatto per rendere le famiglie e i minori con fragilità protagonisti del loro percorso di vita attraverso il corretto utilizzo delle risorse capaci di contrastare la dispersione scolastica e altri tipi di povertà educativa nel distretto di Forlì.
Ad aprire l’incontro, intorno alle ore 18, sarà Stefano Laffi, sociologo, ricercatore e cofondatore della cooperativa di ricerca e intervento sociale Codici, di Milano. Formatore e docente universitario, da anni cura progetti di partecipazione e rigenerazione di spazi urbani dedicati alle giovani generazioni, ma anche di presa di parola e partecipazione, soprattutto con adolescenti e giovani, per portare la loro prospettiva e le loro idee nelle istituzioni e in generale nella progettazione sociale di spazi come le piazze, le scuole, le biblioteche, i centri giovani. Ha collaborato al film-inchiesta “Futura” e ha curato diversi volumi sui percorsi di ricerca. È autore, fra gli altri, del testo “La congiura contro i giovani” per Feltrinelli. Alle 19 si proseguirà con il video “Esperienze, apprendimenti e prospettive dopo quattro anni di lnRete” (prodotto da Officinemedia, regia di Alessandro Quadretti), che sarà seguito da una tavola rotonda. I lavori si concluderanno intorno alle 20.30.
I dettagli del progetto
lnRete nasce nel 2020 da un’analisi di contesto rispetto alla povertà educativa nella fascia 6-17 anni, nell’ambito di un territorio che vedeva la presenza di servizi, alleanze e reti già attive tra il terzo settore, le istituzioni e tanti soggetti privati. A destare l’interesse dell’ente finanziatore è stata la scelta di mettere in maggiore connessione l’esistente, mettendo le famiglie al centro come portatrici di valore prima che come destinatarie di interventi, rafforzando le loro capacità educative e sostenendo l’emergere delle risorse dei più piccoli, anche in ottica di promozione del benessere.
La figura chiave per favorire questo dinamismo è stata quella del Family Mentor, un esperto di processi educativi di comunità che ha fatto da punto di riferimento dentro le scuole e nei servizi, in ascolto delle famiglie, degli insegnanti, in connessione con gli altri professionisti della cura, attivatore di progetti specifici capaci di ottimizzare le risorse e affrontare le sfide anche nelle situazioni della cosiddetta ‘zona grigia’, dove gli aspetti di vulnerabilità delle famiglie non sono conclamati ma uno sguardo precoce può consentire di prevenirne la cronicizzazione e favorire l’evoluzione positiva.
Le azioni del progetto hanno permesso di mettere in campo esperienze (laboratori scolastici, centri educativi pomeridiani, percorsi di sostegno personalizzati), collaborazioni (con società sportive, atelier artistici, associazioni di sostegno scolastico su bisogni specifici), ampliamento dell’accesso ai servizi, anche attraverso lo strumento delle doti educative. La forza del progetto è stata la collaborazione di tutti i soggetti delle reti, la capacità di tante persone – che fanno sempre la differenza – di dialogare, costruire visioni comuni, condividere le diverse culture organizzative, la diverse risorse e realizzare azioni concrete utili alla costruzione della comunità che educa, come un villaggio.
Per l’intera durata del progetto è stata fatta una rilevazione di dati quantitativi e qualitativi che AICCON (Associazione Italiana per la promozione della Cultura della Cooperazione del non profit) sta elaborando in un report di valutazione d’impatto sociale del progetto (VIS). La VIS è “la valutazione qualitativa e quantitativa, sul breve, medio e lungo periodo, degli effetti delle attività svolte sulla comunità di riferimento rispetto all’obiettivo individuato” (legge 106/2016). Tale report sarà diffuso alla comunità territoriale dopo la sistematizzazione dei dati, che comprende anche azioni di rilevazione a distanza di tempo dalla chiusura del progetto (follow up).
I numeri di InRete
1.300 > i minori intercettati complessivamente nelle scuole
650 > I minori beneficiari diretti del progetto
500 circa > i nuclei famigliari presi in carico
12 > le scuole coinvolte (10 Istituti comprensivi, 2 Istituti Superiori)